Quale traiettoria possiamo e dobbiamo seguire?
Quale traiettoria possiamo e dobbiamo seguire?
Spopolamento, invecchiamento della popolazione, denatalità, sistema economico in affanno. Il nostro Paese va avanti nonostante i tanti problemi che lo flagellano, ma che cosa accadrebbe nel medio periodo e senza un’adeguata e doverosa presa in carico di tutte le criticità? La riflessione del nostro CEO, Nicola Pirina
Redazione
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07 Febbraio 2023
Tempo di lettura: 3 minuti

I comuni in Sardegna sono 377.

Con soli 101 abitanti, Baradili, è il paese più piccolo dell’isola.

In Italia, al 1° gennaio 2023, il numero dei comuni è pari a 7.901.

Morterone è, invece, il più piccolo d’Italia, con appena 31 residenti.

E questi sono dati quantitativi su cui riflettere, ma che cosa accadrà a livello qualitativo quando supereremo la soglia dei centri in cui il reddito da pensioni supera di gran lunga quello da lavoro dipendente?

Cosa accadrebbe se scoprissimo che la stragrande maggioranza dei lavoratori fossero dipendenti pubblici e che, quindi, il lavoro statale superasse quello creato dalle aziende private?

Questi non sono scenari ipotetici o astrusi ma probabili punti di approdo e questo senza voler indugiare sulla forbice anagrafica che ci vede invecchiare senza più cullar nessuno. Ecco, considerati tutti questi elementi, mi sembra che la provocazione sia chiara.

Aggiungo un altro stimolo alla riflessione.

Le Camere di Commercio sono quasi una per provincia.

Cosa accadrebbe se diventasse endemica la situazione già in atto per cui il saldo natalità e mortalità delle imprese fosse irreversibilmente schiacciato in senso sfavorevole?

Cambiando completamente ottica per insistere sempre sul tema.

Cosa accadrebbe nei territori se ci fosse un blackout totale e rimanessimo senza corrente per diversi giorni?

Si verificherebbero disastrose conseguenze a livello globale: interruzione dei servizi essenziali (tra cui internet), problemi di sicurezza, disfunzioni economiche, impatti sulla vita quotidiana, ripercussioni a lungo termine sulla società e sull’economia, niente voli aerei né navi, ospedali sbloccati e così via.

Ma non è che siamo come la luce delle stelle?

La luce viaggia a una velocità finita, perciò tanto più una stella è lontana da noi, tanto indietro nel passato è stata emessa la luce che vediamo e che per giungere da noi impiega del tempo.

Ergo, proprio quella stella di cui vediamo la luce magari è già morta da chissà quanto.

Traslando il ragionamento, se non facciamo imprese e professionisti, se non rafforziamo le infrastrutture, se non prepariamo la popolazione, se non pianifichiamo le risorse, se non creiamo reti fiduciarie e collaborative, se non interpretiamo bene i flussi migratori, se non guardiamo con molta attenzione al cambiamento dei modelli di vita, se non osserviamo con intelligenza alla concorrenza, se non utilizziamo muovi modelli di accesso al credito, se non interveniamo sul mercato del lavoro e sull’ordinamento, e decine di altri se, siamo come quella stella.

Ma io voglio continuare ad immaginare un futuro diverso.

Penso che non ci manchi nulla per prepararci adeguatamente.

E’ tutto e solo nelle mani delle persone.

Come sempre pronto al dibattito.

Un sorriso, Nicola