Sostenere le piccole e medie imprese europee nel doppio processo di transizione verde e digitale del Vecchio Continente con misure che mitighino l’imprevedibilità e l’instabilità che hanno caratterizzato soprattutto questi ultimi anni (pandemia e guerra in Ucraina).
La Commissione Europea ha elaborato una proposta di regolamento per aiutare le oltre 24 milioni di PMI che costituiscono il 99% delle aziende e due terzi dei posti di lavoro nel settore privato nell’UE. Tra le novità spiccano:
- un nuovo regolamento sui ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali
- una direttiva per la semplificazione fiscale
- misure per agevolare l’accesso ai finanziamenti e alla manodopera qualificata
Per dare concretezza a tutte le misure la Commissione mette a disposizione 200 miliardi di euro sino al 2027.
Oltre a superare l’incertezza contingente si punta a rafforzare la competitività e la resilienza a lungo termine dell’intero tessuto produttivo. Di particolare rilevanza, oltre alla dotazione finanziaria, vi è la volontà di affrontare in modo più incisivo il problema dei ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, visti i modesti risultati della Direttiva del 2011 in materia che la Commissione intende superare.
La proposta mantiene il limite massimo di pagamento di 30 giorni, già prevista dalle norme vigenti, ma elimina le innumerevoli deroghe (fino a 120 giorni). Con le nuove norme, sarà concessa una deroga di 30 giorni al massimo e solo in situazioni in cui sia “necessaria a causa della natura speciale del contratto”. L’indicazione è quindi quella di un solo termine massimo di pagamento a 30 giorni valevole in tutta l’UE per tutte le transazioni commerciali siano esse tra imprese o tra queste e le autorità pubbliche.
Inoltre sarà previsto il pagamento automatico degli interessi e delle compensazioni maturati in caso di ritardo e s’introdurranno nuove misure di esecuzione e di ricorso per tutelare le imprese dai cattivi pagatori.
Questo sia per cercare di arginare i fallimenti, dato che un quarto del totale dipende da questo problema e dalla conseguente crisi di liquidità, sia per cercare di tagliare la montagna di spese legate annualmente ai servizi di recupero crediti.
Sul versante della semplificazione fiscale, le Pmi che operano in diversi Stati membri si relazioneranno con l’amministrazione fiscale cui fa riferimento la sola sede centrale.
Completano il quadro una serie di provvedimenti per migliorare l’accesso ai finanziamenti e per reperire con più facilità manodopera qualificata.
La proposta di regolamento dovrà essere vagliata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio e nel caso di parere favorevole sarà direttamente applicata in tutti gli Stati membri.
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