Il futuro fra transumanesimo e ordinaria disorganizzazione
Secondo alcuni pensatori il progresso tecnologico sarà usato per migliorare le capacità fisiche e cognitive della specie umana con un legame simbiotico tra uomo e macchina. Una prospettiva che apre mille scenari, nel mezzo c’è un presente fatto di tante piccole e grandi inefficienze nel governo del web, nella formazione e nella gestione della cybersicurezza. Le riflessioni del nostro CEO, Nicola Pirina
Redazione
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16 Febbraio 2023
Tempo di lettura: 2 minuti

Leggevo in un articolo il pensiero di un futurologo transumanista.

Lo scienziato sostiene che per poter continuare a competere con le macchine si dovrà accettare il pensiero ibrido, ossia la commistione tra le nostre capacità cognitive e quelle di  nanobot capaci di entrare nel nostro cervello attraverso i capillari per collegare la nostra corteccia cerebrale biologica ad una neurocorteccia sintetica posizionata sul cloud che fungerà da estensione della nostra. Chiosa la riflessione dicendo che la fusione tra la capacità cognitiva dell’uomo e la potenza computazionale delle macchine rappresenterà il superamento della specie homo sapiens per come la conosciamo ora e l’ingresso in una nuova era che stravolgerebbe la civiltà attuale con conseguenze di non poco conto sul piano etico e sociale.

Mettiamo che abbia ragione. Ma:

E così via.

Mettiamo che scenari distopici si palesino, come reagiamo?

Mi tengo dalla parte dei bottoni, è dagli Anni Novanta che, la televisione prima ed i social network poi, hanno finito di indebolire seriamente le resistenze culturali e hanno drasticamente abbassato il livello di cultura generale e sociale.

Oramai oltre il sessanta per cento delle persone non va neanche a votare, siamo all’emergenza democratica ma a nessuno sembra importare.

In sintesi, sarei preoccupato dal pensiero ibrido di cui sopra se quotidianamente vedessi del pensiero compiuto diffuso nelle azioni di tutti i giorni, se vedessi responsabilità civica, se vedessi il rispetto del prossimo e così via.

As usual, ready to debate.

Un sorriso, Nicola