Una duplice sfida: formativa e organizzativa. È quella posta dal commercio elettronico tra aziende, una modalità di vendita che riveste sempre maggiore importanza per le imprese. Quelle italiane, in particolar modo, dovranno rapidamente attrezzarsi per cavalcare questo cambiamento. Lo afferma Netcomm, hub italiano di riferimento in materia di e-commerce e retail digitale, sulla base di uno studio realizzato per fotografare la situazione del commercio digitale B2B nel corso di un focus intitolato “La trasformazione omnicanale delle filiere e delle relazioni tra imprese”.
Il mercato cresce ogni anno a doppia cifra e a livello mondiale vale 23,4 miliardi di dollari, più del doppio rispetto al 2018, e che secondo le stime arriverà a sfondare il tetto dei 37 miliardi di dollari nel 2027 (valori GMV cioè Gross Merchandise Volume: valore lordo della merce venduta). L’Europa la momento detiene il 6% del valore globale che è passato da 1,3 miliardi di dollari nel 2022 a 1,5 miliardi nel 2023. L’anno corrente si prevede che chiuderà attorno a 1,67 miliardi di dollari con una crescita dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. La Cina in questo momento domina poiché detiene oltre il 40% del valore globale del B2B Digital Commerce.
La digitalizzazione del comparto B2B coinvolge anche il nostro Paese, dove nel 2022 il B2B Digital Commerce incideva del21% sul totale del transato B2B.
Secondo gli esperti di settore la costante digitalizzazione impone un cambiamento di modello organizzativo e necessita di nuove competenze per soddisfare acquirenti sempre più esigenti, attratti da percorsi personalizzati, facili e automatici. Queste specifiche guidano le aziende italiane che desiderano scalare il loro business verso la creazione di customer experience personalizzate e immersive, la semplificazione delle operazioni e l’automatizzazione dei processi attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e di innovazioni tecnologiche. La digitalizzazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie devono essere integrati in sistemi aziendali già esistenti per rispondere prontamente alle nuove esigenze del mercato.
L’adozione consapevole del Machine Learning e dell’Ai consentiranno di esplorare e successivamente di proporre sistemi quali “Headless Commerce”, ossia la separazione tra front end (ciò che gli utenti vedono) e back end (dati e infrastruttura) di applicazioni e siti di e-commerce, e “Composable Commerce”, architettura basata sulla selezione delle migliori soluzioni commerciali per creare una “composizione” di servizi dedicati.
Ma l’impronta tecnologica non può prescindere da professionalità adeguate. Anche in questo caso la strada appare tracciata; la figura del venditore dovrà evolvere sensibilmente dal ruolo di gestore degli ordini a quello di ambasciatore del brand grazie all’acquisizione di nuove competenze finalizzate alle vendite ibride omnicanale, modalità di acquisto che non seguono un percorso lineare ma spezzettato tra più canali e punti di contatto digitali e fisici. Un processo che coinvolge tutti gli aspetti dell’acquisto: dalla scelta sino al pagamento. Tutto orientato a garantire autonomia, agilità e immediatezza del processo di vendita.
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