Bard: la risposta di Google a ChatGPT
Gli utenti italiani e di tutta l’UE possono usare il nuovo strumento messo a punto dal colosso di Mountain View. Ecco che cosa si può fare e quali sono le differenze con il chatbot sviluppato da OpenAI.
Redazione
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14 Luglio 2023
Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo tre mesi – era il 28 aprile – di ChatGPT, da ieri gli utenti italiani possono usare Bard (Building Augmented Reality Displays), il software di intelligenza artificiale generativa di Google collegandosi all’apposito link. Di fatto un concorrente in piena regola dello strumento messo in campo da OpenAI. E questo in un momento nel quale, a osservare i dati aggiornati, il concorrente ChatGPT pare accusare un calo in termini di interesse e di utenti. Nel mese scorso, infatti, si è registrata una flessione del 9,7% a livello mondiale. A ciò si aggiunge l’indagine sulla piattaforma, avviata negli Stati Uniti dalla Federal Trade Commission, per presunti contrasti con le norme che tutelano la privacy degli utenti.

Per quanto riguarda Bard, è disponibile sempre da ieri in tutta l’Unione Europea e il Brasile per un totale di 59 nuovi Paesi e territori che si aggiungono ai precedenti 180. Attualmente è interrogabile in 40 lingue tra cui, arabo, cinese, spagnolo e italiano. Nella nostra lingua risponde sia in forma scritta che a voce.

Di rilievo due funzionalità per ora solo in lingua inglese: la prima è l’integrazione con Lens, lo strumento di Google che permette di fare ricerche partendo da un’immagine come base per iniziare una conversazione o un testo; la seconda è la possibilità di cambiare il tono e lo stile delle risposte.

L’idea di fondo è che Bard offra non solo risposte ma spunti per aiutare le persone sui temi o problemi che devono affrontare: scrivere una mail o un qualsiasi testo, prepararsi per un colloquio o risolvere problemi più pratici come, ad esempio, provare a riparare una presa elettrica. Per ora l’AI opererà da sola, su un suo sito, ma sarà comunque collegata ai risultati di ricerca e riporterà link alle fonti delle varie informazioni, soprattutto nel caso in cui vengano citati materiali coperti da copyright. Tutte le risposte poggeranno su quello che è il punto di froza di Google: le ricerche online.

E proprio per testare il grado di precisione e accuratezza delle risposte c’è chi ha sottoposto all’AI la stessa batteria di domande data a suo tempo a ChatGPT.

I due sistemi, in concorrenza tra loro, presentano varie differenze ma la scommessa è la stessa: conquistare l’egemonia in un settore che rivoluzionerà sempre di più la quotidianità personale e lavorativa di tutti.