Riscoprire e battersi per la centralità dell’essere umano, usando le opportunità immense offerte dall’intelligenza artificiale come strumenti per la diffusione della libertà, della giustizia e della verità. Parte con un’esortazione a dotarci di uno sguardo spirituale, vivo, fecondo il messaggio di Papa Francesco in occasione della cinquantottesima giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali (qui il link al documento). Il messaggio, diretto agli operatori della comunicazione e, più in generale, a tutte le cittadini e i cittadini è chiaro e inequivocabile: ogni azione e, prima ancora, ogni pensiero non può che partire dal cuore umano, dalla necessità di una comunicazione pienamente umana che intercetti i grandi bisogni di ciascuno e che sia strumento potente al servizio della lettura e dell’interpretazione delle grandi novità caratterizzanti il nostro tempo.
Senza questo approccio tutto si riduce ad arido e pericoloso tecnicismo, alla tentazione di sostituire l’individuo con le macchine in una sorta di delirio d’onnipotenza che porterebbe inevitabilmente alla messa in discussione dei fondamenti stessi della nostra società. Deriva da scongiurare con forza ponendo appunto al centro di ogni attività la figura umana, i suoi bisogni, i suoi slanci.
La tecnologia, così potente e per certi versi inquietante, deve essere sempre al servizio del benessere collettivo, può e deve farsi mezzo per l’abbattimento delle diseguaglianze e per la promozione della dignità dell’uomo. In tale contesto un ruolo fondamentale è giocato proprio dalla comunicazione e, anche in questo caso, il Pontefice richiama con fermezza alla responsabilità di chi comunica. Codici deontologici e, ancor prima, uno sguardo umano sulle persone e sulle realtà sono prerequisiti fondamentali per un’informazione di qualità, capace di indagare a fondo tra le pieghe di un quotidiano sempre più complesso. Da qui comunque la necessità, ineludibile, di dotarsi di un “un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme”.
Infine l’invito a crescere in umanità e come umanità, in un processo collettivo che sia capace di includere ciascuno con attenzione e amore evangelico.
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