Centosettanta pagine per approfondire la conoscenza e il funzionamento dell’ecosistema italiano degli startup studio. È l’obiettivo della tesi di laurea magistrale “Insights on the Startup Studio model: an empirical investigation in the Italian landscape” di Filippo Marini discussa qualche giorno fa, martedì 19, nella facoltà di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, all’interno del corso di “Management Engineering”.
Sotto la supervisione del professor Antonio Ghezzi e dei correlatori Davide Moiana e Matteo Bascapé, Filippo Marini ha condotto un lavoro meticoloso su 16 startup studio, tra cui Kitzanos, sparsi sul territorio nazionale attraverso dati e interviste alle rispettive figure-chiave; tra questi anche il CEO della nostra azienda Nicola Pirina.
«La ricerca – spiega – è partita a giugno con l’analisi della letteratura e la costruzione iniziale del database di analisi; da settembre in poi abbiamo avviato le interviste con coloro i quali avevano deciso di partecipare a questa analisi. In questa fase sono stato aiutato dal collega Francesco Mazzotta. A fine novembre ho concluso la stesura della tesi».
Un’opportunità per comprendere in profondità filosofia e funzionamento dei diversi strartup studio tra cui, appunto, Kitzanos. Due le caratteristiche che hanno catturato l’attenzione di Marini: «La prima è la forte componente sarda. Come si può notare dalla mappa nell’analisi della variabile “Location”, la maggior parte degli startup studio sono concentrati al Nord, soprattutto a Milano e Torino. È emersa chiaramente in sede di intervista questa volontà quasi patriottica della dirigenza di Kitzanos nel voler fare della propria organizzazione un punto di partenza per il rilancio della Sardegna sotto il profilo imprenditoriale. Questa cosa mi ha colpito e affascinato. Per quanto riguarda la seconda caratteristica che mi ha colpito, Kitzanos, come un altro gruppetto di 6-7 studi, gestisce il processo di creazione delle startup in una maniera molto internalizzata e verticale. Da letteratura solitamente cercano un co-founder esterno a cui poi affidano la gestione della startup fin dalle fasi iniziali. Con questa ricerca abbiamo scoperto che alcuni di questi conducono il processo in maniera quasi del tutto indipendente, relazionandosi non con dei veri e propri co-founders, bensì con dei CEO a cui nel lungo periodo verrà affidato il controllo delle startup create. A ciò occorre aggiungere un’altra specifica legata al fatto che Kitzanos a questa linea di business, in maniera radicalmente opposta, affianca anche il supporto a team e startup completamente esterne».
Poco più di due mesi fa, sempre nella stessa facoltà, il modello Kitzanos aveva trovato spazio nella tesi di laurea magistrale di due studenti, Alessia Manzo e Cesare Panceri (qui il link all’articolo).