Leggevo in un articolo il pensiero di un futurologo transumanista.
Lo scienziato sostiene che per poter continuare a competere con le macchine si dovrà accettare il pensiero ibrido, ossia la commistione tra le nostre capacità cognitive e quelle di nanobot capaci di entrare nel nostro cervello attraverso i capillari per collegare la nostra corteccia cerebrale biologica ad una neurocorteccia sintetica posizionata sul cloud che fungerà da estensione della nostra. Chiosa la riflessione dicendo che la fusione tra la capacità cognitiva dell’uomo e la potenza computazionale delle macchine rappresenterà il superamento della specie homo sapiens per come la conosciamo ora e l’ingresso in una nuova era che stravolgerebbe la civiltà attuale con conseguenze di non poco conto sul piano etico e sociale.
Mettiamo che abbia ragione. Ma:
- non abbiamo superato i problemi di governance del web, né le problematiche relative alla titolarità dei dati e del loro uso;
- nella stragrande maggioranza dei casi subiamo ancora un ordinamento pensato quando non c’era il web;
- non abbiamo ancora capito che la cybersicurezza è uno dei driver dirimenti per gli anni che vengono;
- non abbiamo compreso che le condizioni personali di partenza influiscono a cascata sulla comprensione e sull’utilizzo degli strumenti web e tech che abbiamo a disposizione;
- non abbiamo colto la portata enorme di problemi all’apparenza banali; se ad esempio se ci piomba addosso un blackout serio e rimaniamo senza corrente per diversi giorni il globo finisce di collassare, altro che pandemia e sua disastrosa gestione.
E così via.
Mettiamo che scenari distopici si palesino, come reagiamo?
Mi tengo dalla parte dei bottoni, è dagli Anni Novanta che, la televisione prima ed i social network poi, hanno finito di indebolire seriamente le resistenze culturali e hanno drasticamente abbassato il livello di cultura generale e sociale.
Oramai oltre il sessanta per cento delle persone non va neanche a votare, siamo all’emergenza democratica ma a nessuno sembra importare.
In sintesi, sarei preoccupato dal pensiero ibrido di cui sopra se quotidianamente vedessi del pensiero compiuto diffuso nelle azioni di tutti i giorni, se vedessi responsabilità civica, se vedessi il rispetto del prossimo e così via.
As usual, ready to debate.
Un sorriso, Nicola