C’era una volta una startup: l’arte del copycat
Copioni e vincenti. Nel settore dell'innovazione ci sono tantissimi casi di imitazione di business già esistenti replicati con successo in mercati differenti o, in alternativa, di riesumazione di business mai nati. Una strategia usata sia da startup, sia da grandi aziende. Come racconta il nostro CEO, Nicola Pirina.
Redazione
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11 Novembre 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Il termine copycat, che ritorna spesso nel mondo delle startup, significa copione.

Shakespeare definiva cat un individuo spregevole.

Addirittura i criminologi inglesi d’inizio novecento associavano il vocabolo ai criminali che emulavano le gesta del noto Jack lo Squartatore.

Nell’industria dell’innovazione (quella vera), viceversa, la parola cat indica la capacità di imitare modelli vincenti, tutt’oggi operanti o ripescati dal cimitero di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente.

L’arte è quella di prendere un business di successo già esistente e di replicarlo su un mercato differente, oppure quella di isolare un business mai nato ma non per colpa della business idea.

Questo tipo di strategia è utilizzata non solo dalle startup, ma anche da grandi aziende.

Essere attenti ai modelli emergenti nei vari mercati, in particolare a quelli più vispi, è viatico indispensabile per chi vuole innovare realmente.

Si stima che le imprese innovative che aprono un nuovo mercato riescano ad accaparrarsi meno del 10% dello stesso, mentre la restante quota viene aggiudicata tra le copycat company. Mica poco.

Le big corp che hanno vinto con questa strategia sono molte (Apple, Walmart, Ryanair, e via discorrendo). Nel mondo delle startup vince Rocket Internet, società tedesca che ha costruito un impero digitale sul copycat (da Zalando in giù). 

Altri esempi?

Alibaba, nato come copycat di eBay, WeChat copycat di Whatsapp, Supermercato 24 (oggi Everli) copycat di Instacart, Bumble di Tinder. Superfluo andare oltre.

Certo serve un determinante elemento d’unicità rispetto al modello originario.

Quindi, in italiano, copione, in questo caso non è un dispregiativo come quando eravamo a scuola.

Non semplice copia e incolla, serve rigore, intelligenza e capacità di fare impresa seriamente. Serve team, strategia, adeguata finanza e maggior determinazione.

In fondo, rimanendo deontologicamente rispettosi del prossimo, un mondo con un solo player sarebbe un grave limite per il mercato.

La presenza di più giocatori che fanno cose simili consente sfide sia sul piano dell’innovazione che dei prezzi. 

Non bisogna concentrarsi sull’idea ma sull’esecuzione.

Di solito gli animali che tendono ad imitare gli esseri umani sono i pappagalli e le scimmie (scimmiottare o ripetere come un pappagallo, infatti). Delle volte, invece, coi gatti …

Buon futuro a Tutt* 😉 

Lo meritiamo!

Un sorriso, Nicola

fotografia di Robert Doisneau, L’informazione scolastica, Parigi, 1956