Un piano che sarà elaborato sotto forma di disegno di legge, pronto entro la fine del mese di marzo, che sarà sostenuto con un fondo da un miliardo di euro alimentato da Cdp Venture Capital. Il Governo accelera sul tema sempre più cruciale dell’Intelligenza Artificiale e cerca di colmare il divario, già significativo, con i Paesi Europei, Francia in primis.
La novità è emersa in occasione dell’iniziativa “L’intelligenza Artificiale per l’Italia” organizzata dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e da Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale. Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, ha illustrato i prossimi passi dell’Esecutivo. Il tema, del resto, è di strettissima attualità come conferma la nuova regolamentazione approvata nei giorni scorsi dal Parlamento Europeo.
Cinque i cardini dell’azione:
- Attribuzione della responsabilità politica in materia di intelligenza artificiale alla Presidenza del Consiglio con particolare riferimento ai risvolti sulla sicurezza nazionale e gli interessi strategici con i conseguenti aggiornamenti della disciplina del golden power;
- Assegnazione al Comitato Interministeriale per la Trasformazione Digitale del compito di definire la strategia nazionale;
- Individuazione di un’autorità competente con funzioni di vigilanza e sanzionatorie che agirà a supporto dell’attuazione della strategia nazionale;
- Istituzione di un fondo da un miliardo di euro da parte di Cdp Venture Capital (partecipata al 70% da Cdp Equity a sua volta di proprietà totale di Cassa Depositi e Prestiti e al 30% da Invitalia) con l’obiettivo di attrarre sul mercato ulteriori 2 miliardi di euro. La definizione avverrà nell’ambito del prossimo piano industriale che sarà presentato all’inizio di aprile. Saranno tre le direttrici principali su cui si agirà: il trasferimento tecnologico per valorizzare la ricerca e le eccellenze universitarie italiane e portarle a diventare impresa; gli investimenti in fase early stage così da aiutare aziende già esistenti a consolidarsi; investimenti nella creazione di un riferimento nazionale per il Large Language Model Italiano, in modo da supportare i futuri processi industriali e garantire la sicurezza dei dati sensibili.
- Creazione di un legame stabile e forte con le imprese e le università, un asse pubblico-privato che sia capace di mettere in moto collaborazioni internazionali, indispensabili per l’accrescimento delle competenze e per l’ingresso di nuovi e ingenti capitali. L’idea è di far atterrare le soluzioni individuate non solo nel sistema produttivo ma anche nella macchina pubblica così da renderla più efficiente e produttiva.
Oltre a queste cinque direttrici sarà attribuita priorità anche al progetto di quantum computing così da potenziare ulteriormente l’indispensabile capacità di calcolo.
L’appello delle aziende di settore
Le novità annunciate sono di rilievo ma le aziende del settore lanciano un appello sintetizzato nel manifesto Anitec-Assinform che sollecita un approccio “tecno-realista” al tema dell’AI, basato su un uso consapevole e costruttivo alle tecnologie con l’obiettivo di massimizzare i benefici e minimizzare i rischi. In questo contesto si legge nel manifesto “Politiche pubbliche adeguate servono ad accompagnare le persone nelle transizioni, valorizzando la collaborazione pubblico-privato per assicurare lo sviluppo e lʼadozione di tecnologie innovative che aumentino potenzialità e capacità delle persone”.
Perciò l’AI deve essere parte integrante dell’ecosistema della formazione così da creare competenze di base diffuse accanto a quelle approfondite per figure specializzate. Occorre inoltre: creare programmi di sperimentazione controllati, istituire aree di prova regolamentari, disegnare un’adeguata politica industriale sulle tecnologie emergenti con particolare attenzione per le PMI e attuare una seria e organica programmazione superando la tentazione di interventi spot.