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Il dibattito sulla decentralizzazione del web, una questione non solo “quantitativa”. L'opinione di Nicola Pirina, CEO di Kitzanos.
Redazione
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09 Settembre 2024
Tempo di lettura: 4 minuti

Il dibattito sulla decentralizzazione del Web 3.0, un tema sempre più rilevante nel panorama tecnologico odierno, spesso si concentra sulla questione del “quanto” piuttosto che del “come”. Questo approccio rischia di portarci fuori strada, distogliendo l’attenzione dai veri obiettivi e dai valori fondamentali che la decentralizzazione dovrebbe promuovere.

La narrativa prevalente tende a misurare la decentralizzazione in termini di quantità, cercando di stabilire fino a che punto un sistema o una piattaforma possono essere considerati decentralizzati. Tuttavia, questo focus quantitativo può essere fuorviante. La decentralizzazione non è un concetto binario né una scala unidimensionale, piuttosto, è un insieme complesso di principi e pratiche che devono essere esaminati in base al contesto e agli obiettivi specifici.

Concentrarsi esclusivamente sul grado di decentralizzazione può portare a trascurare questioni cruciali come la qualità della governance, la trasparenza, la sicurezza e l’inclusività. Non tutti i modelli decentralizzati sono uguali, e la mera dispersione del controllo non garantisce necessariamente un miglioramento in termini di efficienza, equità o libertà individuale. Per esempio, un sistema altamente decentralizzato in cui il potere decisionale è diffuso tra molti attori può ancora essere vulnerabile a manipolazioni, collusioni o inefficienze se la governance non è strutturata in modo adeguato.

È qui che entra in gioco la distinzione tra il tipo di decentralizzazione e il suo grado. Piuttosto che chiedersi quanto è decentralizzato un sistema, dovremmo interrogarci su come la decentralizzazione viene implementata e quali sono i suoi effetti pratici. Esistono diverse forme di decentralizzazione: tecnologica, dove l’infrastruttura è distribuita tra vari nodi; decisionale, dove le scelte vengono fatte collettivamente; e giuridica, dove il controllo legale è frammentato tra diverse entità. Ciascuna di queste forme ha implicazioni diverse e può comportare sfide uniche.

Prendiamo ad esempio le blockchain, spesso citate come emblema della decentralizzazione tecnologica. Mentre la distribuzione dei nodi è certamente un aspetto importante, ciò che conta realmente è come questa struttura influisce sull’accesso al sistema, sulla trasparenza delle transazioni e sulla capacità degli utenti di partecipare equamente. Un sistema blockchain può essere tecnicamente decentralizzato, ma se solo pochi attori controllano la maggior parte della potenza di hashing o detengono la maggior parte dei token, l’effetto pratico è una centralizzazione del potere sotto mentite spoglie.

Inoltre, c’è la questione della centralizzazione nascosta dietro interfacce apparentemente decentralizzate. Molte applicazioni del Web 3.0 promettono decentralizzazione, ma continuano a fare affidamento su servizi centralizzati per aspetti critici come l’hosting, la gestione dei dati o la connessione alla rete. Questo compromesso può essere accettabile in alcune situazioni, ma solo se è trasparente e se gli utenti sono consapevoli delle implicazioni.

Un altro aspetto da considerare è la decentralizzazione decisionale. In molti progetti del Web 3.0, la governance decentralizzata è spesso celebrata come un ideale, ma la realtà è che l’efficacia di tale governance dipende dalla partecipazione attiva e informata della comunità. Se le decisioni vengono prese da una piccola élite di utenti altamente coinvolti, o se i meccanismi di voto favoriscono coloro che possiedono più risorse, il risultato è una forma di centralizzazione mascherata da decentralizzazione.

Infine, la decentralizzazione giuridica è forse l’aspetto meno discusso, ma non meno importante. In un mondo globalizzato, le normative variano da paese a paese e le piattaforme decentralizzate devono navigare attraverso un mosaico di leggi che possono influire drasticamente sulla loro operatività e sulla protezione degli utenti. Qui, la domanda non è solo quanto un sistema è decentralizzato, ma anche come affronta la frammentazione giuridica e come protegge i diritti degli utenti in contesti legali diversi.

In soldoni, il dibattito sulla decentralizzazione del Web 3.0 non dovrebbe ridursi a una mera misurazione del grado di dispersione del controllo. Piuttosto, dovrebbe focalizzarsi su come la decentralizzazione può essere implementata in modo tale da promuovere equità, trasparenza, sicurezza e partecipazione inclusiva. Solo attraverso un’analisi critica e sfaccettata del tipo di decentralizzazione che vogliamo realizzare, possiamo sperare di costruire un Web 3.0 che sia veramente al servizio di tutti.

Con attenzione, Nicola