Sempre più energia per alimentare la crescita dell’AI
Esperti concordi, l'intelligenza artificiale sarà sempre più energivora ed entro il 2050 richiederà una quantitativo di elettricità mille volte superiore a quello prodotto attualmente. Una sfida gigantesca a livello globale che richiede strategie e investimenti e dove tutti procedono in ordine sparso. L'Italia attualmente è in ritardo.
Redazione
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15 Marzo 2024
Tempo di lettura: 3 minuti

Entro il 2050 l’intelligenza artificiale (AI) avrà bisogno di una quantità mostruosa di energia per funzionare e, al momento, si è impreparati di fronte a questo scenario. A fare il punto sulla situazione il presidente di Hitachi, Toshihaki Higashihara durante il World Economic Forum che si è tenuto di recente a Davos.

Stando a quanto affermato da Higashihara, i centri di calcolo informatico avranno bisogno di mille volte più energia elettrica rispetto a quanto prodotto attualmente. L’impennata è legata all’uso intensivo dei data center nell’addestramento dei modelli di AI che, non solo, alimenta nell’immediato una domanda crescente di elettricità ma pone anche in discussione nel medio periodo la sostenibilità delle fonti energetiche e il futuro del clima.

Una sfida colossale a livello globale che richiede pianificazione strategica e investimenti massicci in infrastrutture digitali ed energetiche. La situazione è molto varia. A livello europeo, ad esempio, la Francia sta adeguando la capacità di fornire ai propri data center l’energia occorrente costruendo nuove centrali nucleari. L’Italia, al momento, appare impreparata, anche se il Governo ha annunciato alcuni interventi importanti.

Negli Stati Uniti la rete elettrica nazionale sta arrivando al limite della capacità di funzionamento. Lo stress è legato all’incremento esponenziale nell’uso e nello sviluppo dell’AI con la nascita conseguente di data center ad essa legati; pressione che si somma a quella dovuta al mining delle criptovalute.

E che i problemi siano già presenti e attuali ovunque lo conferma il recente avvertimento di Renato Mazzoncini, amministratore di A2A, società lombarda di energia. Su Milano, l’azienda dovrà triplicare la potenza elettrica passando da 1.7 a 4 giga così da sostenere la domanda dei centri di calcolo che stanno per installarsi in città. Mazzoncini ha usato un esempio semplice ed efficace per spiegare l’urgenza di agire «Chat GPT consuma tre volte l’energia che consuma Google per fornire la stessa risposta».

Sempre restando in tema, Alberto Sangiovanni-Vincitelli docente di Electrical Engineering e Computer Sciences a Berkeley, in una recente conferenza all’Aspen Institute a Venezia ha affermato che «l’utilizzo dei server per allenare le reti neurali, che rappresentano solo una parte dei sistemi di intelligenza artificiale, consuma tanta energia come la Svizzera».

L’imperativo è programmare interventi e risorse così da integrare l’AI in modo sicuro, stabile e proficuo in tutti i settori economici di un Paese. Inoltre occorre immaginare un mix energetico per alimentare i data centre che sia rispettoso dell’ambiente e, conseguentemente, a impatto zero o minimo in termini di emissioni di gas serra. Infine sarà vitale progettare infrastrutture adatte a far viaggiare questa enorme mole di dati velocemente e in maniera sicura. Perché l’AI è sfida ma anche opportunità enorme in termini di crescita economica, come sottolinea il rapporto co-prodotto da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia e presentato al Forum Ambrosetti.

Nel documento si afferma che l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle imprese, nella sanità e nelle amministrazioni in Italia determinerebbe non solo un incremento delle capacità di cura ma anche un aumento del valore aggiunto di 312 miliardi di euro – a parità di ore lavorate – entro il 2040. Sarebbe un modo per compensare in parte il calo di capacità produttiva che deriverà dalla perdita di quasi quattro milioni di lavoratori a causa del declino demografico che interessa il nostro Paese e, più in generale, l’intero Occidente.