Parto dalla fine: buone ferie a Tutt*!
Ce le meritiamo, servono, dobbiamo riepitelizzarci completamente dopo tre anni di pandemia, nella seconda estate più torrida del millennio. Nessuno di noi boomer ricorda un giugno – luglio senza Maestrale e senza temporali con temperature così alte (a parte il 2003), però in molti dicono che la questione del cambiamento climatico non è una priorità; a proposito buone vacanze, godetevele, noi chiudiamo – si fa per dire, finché c’è rete c’è speranza -e riapriamo il 29 agosto. Mare o montagna, campagna o città #enjoylife #always
Torniamo agli auspici che compongono questa condivisione di pensieri.
Ѐ accaduto quel che è accaduto – nonostante pandemia, guerra e la peggior crisi socio economica della storia da affrontare col PNRR – ed il Prof. Draghi si è dimesso.
Il Presidente Mattarella ha stabilito che il 25 settembre si terranno le elezioni politiche. Seduta stante sono decollati (?) i lavori dei partiti (e sedicenti tali), dei movimenti e degli attori che normalmente contribuiscono ad animare le tornate elettorali.
E via sondaggi, articoli, opinionisti e, come sempre accade in questo straordinariamente assurdo Paese, tutti esperti e tutti sicuri del proprio.
Ma … eh si, perché questa riflessione è un gigantesco mah! ma davvero potete permettervi il lusso di credere di avere in tasca la verità ed in pugno il risultato?
E soprattutto, qual è il risultato cui stiamo pensando?
Cioè è sia il fine ultimo che il minimo comune denominatore nazionale uguale per parte attiva e passiva della campagna elettorale? Ѐ uguale per elettori ed eletti?
Dubito. Dubito fortemente.
Ѐ da troppi lustri che pensiamo che non ci sia fine al peggio.
Quando andiamo al voto ci ripetiamo che il giro che arriva non potrà mai essere scandaloso come quello appena concluso e, ogni volta, la realtà ci fa ingoiare bocconi sempre più amari.
E nel mentre il mondo peggiora, l’ambiente è allo stremo delle forze, insieme alla condizione delle persone, il tutto in una spirale discendente della struttura culturale ed etica del Paese.
Perciò attenti, ve ne prego, attenti ai contenuti, toni e modi, attenti alla scelta delle persone che indicherete per la competizione, attenti al come muoverete le linee nazionali e quelle locali. Attenti, perché a valle di tutto ci sono le persone, persone che resistono con le proprie famiglie (chi ha avuto il coraggio di farle), persone che resistono negli studi professionali e nelle imprese. Persone che, anche se foderate di un buon grado di preparazione, fanno davvero fatica a star dietro alla congerie di norme ed adempimenti che il più paradossale degli ordinamenti gli addossa con stratificazioni progressive e sempre più aggressive.
Persone che oramai da troppo tempo aspettano di vedere che le proprie scelte politiche diano i frutti del cambiamento per cui votano e di cui c’è necessità.
Cosa ci aspettiamo? Semplice, talmente tanto lapalissiano che benché sia l’elefante nella stanza nessuno di lor signori decisori e governanti vede.
Non è possibile fare impresa in maniera contemporanea:
- con un ordinamento dove neanche i commercialisti ed i consulenti più esperti riescono a dare un’interpretazione autentica e stabile, dove neanche i migliori avvocati riescono a fornire un parere pro veritate che sia certo, dove il tributo fiscale ed il costo del lavoro è stellare;
- se la filiera dell’istruzione e della formazione non prepara le nuove leve per i mercati che i sistemi produttivi vogliono affrontare;
- senza attrarre investimenti e capitali e senza ibridare le competenze imprenditoriali, cosa che non avverrà perché abbiamo instabilità e zero credibilità nella governance politica ed un sistema giudiziario che fa acqua da tutte le parti anche perchè soccombe anch’esso all’ordinamento;
- avendo come cliente la pubblica amministrazione, la cura è stata peggio del male ed infatti le opere non arrivano ed il contenzioso ha volumi intollerabili, per non parlare dei ritardi nei pagamenti.
Non è possibile:
- non avere infrastrutture digitali, stradali, portuali e ferroviarie di nuova generazione;
- avere sudditanza energetica;
- che gli ultimi siano sempre più ultimi ed emarginati tanto da essere evanescenti per una società che beve spritz noncurante di quello che capita;
- che i social ed i device diventino strumento di involuzione anziché di progresso;
- che solo negli altri Paesi si realizzino innovazioni che cambiano il volto del percorso socio economico ed in Italia no;
- che manchino tutti i presìdi per la democrazia nei territori.
Penso che il messaggio sia chiaro, potrei andare avanti per dozzine di bisarche di byte perché le cose da reclamare e pretendere sono davvero molte.
Ma i messaggi lunghi molto spesso non vengono graditi.
Perciò, Vi prego, facciamo in modo che, benché breve e sotto l’ombrellone, sia una campagna elettorale decorosa e di contenuti, utili, pratici e concreti.
Ѐ facile, poi se così fosse, male andando, vi possiamo anche votare.
Altrimenti non farà che aumentare la forbice del non voto, porzione rilevante della società che non vuole più essere presa per il culo.
Pertanto, Vi prego, fate in modo che possiamo almeno provare a riconoscerci in un’etica culturale e sociale.
Aspettiamo curiosi, fiduciosi che tirerete fuori il meglio da voi e da noi per provare a costruire un sistema migliore.
A Tutt* buon Maestrale, ne abbiamo bisogno.
Un sorriso, passo e chiudo, Nicola