Formazione e tecnologia per fronteggiare la glaciazione demografica
L'allarme di Confartigianato Sardegna: tra 20 anni avremo oltre 277 mila cittadini in meno in età lavorativa. Crollo anche dei giovani. La nostra sarà la regione italiana più colpita dal fenomeno.
Redazione
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18 Dicembre 2024
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Da una parte la glaciazione demografica – con 277 mila cittadini in meno in età lavorativa nei prossimi 20 anni – e dall’altra la necessità di cogliere la grande sfida posta dall’intelligenza artificiale per incrementare la produttività e tamponare l’emorragia dovuta alla mancanza di manodopera. È questa, in sintesi, la doppia sfida che attende la Sardegna nel futuro prossimo stando a quanto emerso dall’analisi svolta da Confartigianato Imprese Sardegna e condensata nel rapporto “Giovani, imprese e lavoro. Le evidenze per la Sardegna”.
Sulla base dei numeri – elaborati dall’Ufficio Studi dell’associazione di categoria su dati Istat, Eurostat, Unioncamere e Ministero del Lavoro – si stima che da qui al 2044 avremo oltre 277 mila persone in meno tra 20 e 64 anni, con una diminuzione del 30%. Si passerà infatti dalle 922.209 attuali alle 645.152 previste tra quattro lustri. Negativo anche il dato concernente la fascia d’età tra i 15 e i 35 anni; sempre secondo le stime il calo sarà molto marcato, dagli attuali 287.970 ai futuri 208.110 con una perdita netta di oltre 79 mila 860 unità.
A conti fatti, l’isola avrà il primato italiano poco invidiabile di regione con il calo più marcato di addetti: ben 5 punti sopra la media del Mezzogiorno che sopporterà una diminuzione del 25,1% ma quasi doppia rispetto alla media nazionale del 16,1%.
Un quadro ancora più impietoso se si guarda alle classi d’età più giovani. Facendo la proiezione sul 2044, avremo solo solo 208 mila persone under 35 con un segno meno sul 2024 di quasi 80mila e di 247mila rispetto al 2004 (-54,3%) che pone la Sardegna all’ultimo posto in Italia.
A livello territoriale Cagliari è passata dai 199mila del 2004 ai 76mila di oggi, equivalente a -43mila e un calo del 36,3%; Nuoro passa da 61 ai 28mila (calo di 22mila ovvero -36,8); Oristano da 44mila a 18mila (-18mila e -40,9%); Sassari-Gallura da 128mila a 89mila (-39mila e -30,8%).
Una popolazione certamente vecchia anagraficamente e che rischia di essere tale anche sotto il profilo delle competenze. Con conseguenze drammatiche per il tessuto produttivo locale. Infatti le aziende sarde in quasi un caso su due – il 42,3% – hanno difficoltà a trovare addetti giovani. Il mismatch, ovvero il danno causato, è calcolato in 223 milioni di euro.
Per scongiurare la catastrofe e non arrendersi così a un destino che pare ineluttabile occorre un intervento articolato che poggi su: maggiore collaborazione tra scuole, centri di formazione e imprese e adozione della tecnologia, con particolare riferimento all’implementazione dei processi produttivi con l’IA, per incrementare considerevolmente la produttività in un contesto caratterizzato da una generalizzata carenza di manodopera specializzata e da una profonda crisi demografica. A novembre 2024 risulta di difficile reperimento il 47,7% dei lavoratori richiesti dalle imprese della Sardegna, in linea con il 47,9% della media nazionale. Tra i profili più urgenti quelli in grado di gestire tecnologie di intelligenza artificiale, cloud computing, Industrial Internet of Things (IIoT), data analytics e big data, realtà virtuale e aumentata e blockchain.

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