Cittadini, imprese, associazioni e istituzioni in un progetto che rende vantaggiosi i comportamenti virtuosi. Una moneta dedicata rende spendibile il valore attribuito a ogni attività per il bene comune. Il progetto, elaborato dall’Associazione Civica – co-fondata e supportata da Kitzanos – ha in Civica Srl il suo partner tecnologico e operativo. La prima release della app per sistemi Android è disponibile nel Google Play Store, a breve le versioni IOS e web.
Premiare le buone azioni, nel senso pieno e autentico del termine. Nasce con questo intento Civica, la prima piattaforma collaborativa distribuita che ricompensa la capacità di organizzare e curare il bene comune, valorizzando le azioni di cittadini, associazioni e imprese che si impegnano in questo. Stando a studi recenti oltre 6,6 milioni di italiani sono impegnati in attività che generano impatti positivi sulla collettività per complessive 1,5 miliardi di ore. Se si attribuisse un valore economico a ciascuna ora di volontariato, 10 euro, si arriverebbe alla ragguardevole cifra di 15 miliardi di euro.
Il progetto nato dall’incontro tra l’Associazione Civica e la Startup innovativa WefareIn (oggi Civica Srl), a partire dalle ricerche e dal metodo elaborato dall’Associazione, mette assieme tecnologia e buone pratiche. «L’idea alla base del progetto Civica – afferma Luca De Biase, co-fondatore dell’Associazione – è offrire ai territori e alle comunità una piattaforma logica progettata per operare una liberazione della buona volontà. Un grande generatore di dati, informazioni, conoscenze, collaborazioni la cui struttura incentiva il comportamento saggio, ecologico, lungimirante».
Quattro i pilastri del modello: metodo, spazio, memoria e moneta. Civica è un metodo che si perfeziona con il sostegno della collettività. Allo stesso tempo è un perimetro di interazione e collaborazione concepito per la cura dello spazio pubblico e del bene comune, così importante per un sano equilibrio nella convivenza eppure spesso trascurato e deturpato.
Gli altri due elementi, memoria e moneta, completano l’impalcatura concettuale e pratica. La prima aiuta a fissare, raccogliere, analizzare e catalogare tutte le azioni ad impatto positivo; la seconda, chiamata RES, è una moneta funzionale interna all’ecosistema che viene emessa attraverso una forma di incentivo collettivo dalla comunità stessa in funzione della sua capacità di generare benefici per la collettività e di stimolare analoghe condotte. Attraverso il RES, Civica introduce il concetto di “credito pubblico”. Al contrario del più noto “debito pubblico” che rappresenta l’indebitamento dello Stato, e quindi della collettività, rappresenta il valore anticipato e donato dai cittadini a favore della comunità attraverso il loro impegno civico e sociale. Questa immensa fonte di valore, generata sotto forma di cura dello spazio pubblico e del bene comune, mappata e misurata da Civica, diviene la base di emissione dei RES, fornendo il sostegno monetario per investimenti Civici e per il riconoscimento e la ricompensa dell’azione Civica svolta.
Il sistema presto potrà godere di un impianto di notarizzazione delle informazioni gestito attraverso la blockchain che garantisce sicurezza, trasparenza e massima diffusione delle operazioni e prevede l’accesso gratuito a tutti i suoi componenti. La comunità nel suo complesso è la protagonista: «Civica – sottolinea Michele Kettmaier, presidente dell’omonima fondazione – è un metodo condiviso dalla comunità che prova a riconoscere l’impegno delle persone che hanno a cura il bene comune. Fare questo è anche un modello che prova a bilanciare il sistema economico finanziario attuale dove contano le supply chain spinte, i capitali, l’individualismo, il lavoro h24, le redistribuzioni ineguali, il marketing e la tecnologia non per l’uomo; sistemi dove contano poco la relazione, i sentimenti, i talenti, la sostenibilità e l’ambiente».
Da ogni buona azione deriva un valore, misurato e riconosciuto con la moneta, che consente di sostenere nuove iniziative di costruzione di bene comune in maniera diretta – finanziando i progetti presenti nella piattaforma – o attraverso l’acquisto di beni e di servizi nel marketplace Civico. Ancora Kettmaier ne illustra il funzionamento con un esempio concreto di come potrebbe funzionare la circolazione dei RES nell’ambito della piattaforma: «Michele compie un’azione civica offrendo il suo contributo nell’ambito di un’iniziativa di alfabetizzazione degli extracomunitari promossa dal proprio comune e riceve in cambio 20 RES. Michele spende una parte dei suoi RES nel market civico di Civica acquistando un buono libri del valore di 10 Euro. La libreria con i RES incassati da Michele e da altri utenti e con i RES acquistati nell’exchange decide di investire in un progetto di responsabilità sociale d’impresa ridistribuendoli tra i suoi dipendenti che vanno a lavorare in bicicletta. Mario ed Anna, dipendenti della libreria, decidono di donare a un’associazione che si occupa dei più bisognosi parte dei RES ottenuti. L’associazione a sua volta andrà ad acquistare nel marketplace di Civica 200 Euro di buoni per avere derrate alimentari per la sua mensa locale. Il supermercato con i RES incamerati promuove una campagna di sensibilizzazione sulla corretta alimentazione ed i cibi a chilometro zero e così via». Le iniziative possibili sono molteplici e quello che si intende generare è un vero proprio moltiplicatore Civico.
Misurabilità e tracciabilità, al pari del numero potenzialmente infinito di azioni, sono elementi fondamentali come sottolinea Gianni Ciao, amministratore unico di Civica srl, anima tecnologica e operativa del progetto: «Civica dà oggettività alle attività di volontariato e ne incoraggia la diffusione. I cittadini che si iscrivono possono entrare in contatto con progetti di rigenerazione e costruzione del bene comune presenti nel proprio territorio; le associazioni hanno, da un lato, la grande opportunità di gestire in modo mirato ed efficiente l’azione dei volontari e, dall’altro, aumentano sensibilmente l’attrazione di finanziamenti perché gli effetti del loro agire sono misurabili; le imprese, invece, trovano uno straordinario strumento di verifica del proprio investimento filantropico. Infine le istituzioni possono dialogare con tutti gli altri attori del sistema e predisporre interventi maggiormente efficaci. La nostra idea ha già riscosso grande successo ed è stata scelta come piattaforma ufficiale dalla Rete permanente per i Beni Comuni».