L’e-commerce a valenza sociale, pensato da Kitzanos e in fase di realizzazione, si basa su un algoritmo che facilita l’incontro tra l’offerta di alimenti in eccedenza e la domanda di associazioni ed enti impegnati ad aiutare le fasce più deboli della popolazione. Un’idea che coniuga contrasto alla povertà e attenzione all’ambiente restituendo al cibo la sua centralità.
Eliminare lo spreco di cibo per aumentare il benessere sociale e ambientale aiutando le persone in difficoltà e limitando la produzione di anidride carbonica derivante dalla distruzione dei rifiuti. Cibi@mo è la piattaforma, pensata da Kitzanos e in fase di realizzazione, che crea le condizioni affinché l’offerta legata all’eccedenza alimentare possa incontrare la domanda da parte di associazioni e di altri soggetti impegnati nella lotta alla povertà e nella distribuzione di derrate alle fasce più deboli della popolazione.
In Italia, secondo i dati Istat del 2020, oltre 5,6 milioni di persone vivono in gravi condizioni di indigenza. Sempre stando ai numeri più aggiornati, nel nostro Paese si gettano nella spazzatura 36 kg pro capite all’anno di alimenti per un valore economico di circa 6,5 miliardi di euro (indagine Coldiretti/ixè). Ogni chilogrammo di cibo genera 4,5 kg di anidride carbonica, a livello planetario stiamo parlando di 3,3 miliardi di tonnellate.
Una lotta intelligente e moderna alla cultura dello scarto e dello spreco in senso lato. I donatori, siano essi ristoranti, botteghe e grandi piattaforme della GDO potranno caricare sulla piattaforma una lista di prodotti che intendono mettere a disposizione in funzione non solo della prossimità alla scadenza ma anche della programmazione e gestione dei loro magazzini. Oltre alla tipologia di prodotti, questa sorta di bolla conterrà data e punto di ritiro con relativi codici identificativi e tutte le informazioni essenziali (categoria, peso, quantità e scadenza).
Sull’altro versante gli altri attori protagonisti, le associazioni o gli enti benefici accreditati nel sistema, riceveranno una notifica in base alle preferenze inserite in fase di ingresso e legate alle necessità, all’ubicazione sul territorio, all’organizzazione e alla capacità di ritiro e di conservazione. Un algoritmo di matchmaking aiuterà i beneficiari a scandagliare l’e-commerce a valenza sociale e a inserire nel proprio carrello ciò che risponde alle esigenze. Una volta conclusa l’operazione di approvvigionamento si procederà con la prenotazione del ritiro che potrà confermare l’appuntamento inserito dal donatore o proporre una soluzione diversa con slot orari che aggiorneranno i rispettivi calendari in contemporanea così da evitare sovrapposizione di impegni.
Chiusa l’intera procedura la bolla d’ordine provvista di QR sarà girata a entrambe le parti e, una volta effettuato il ritiro, il codice presente nella App sarà scansionato dal donatore per confermare il buon esito. Tutto è quindi misurabile e tracciabile con metriche oggettive. Tra gli alimenti che possono essere donati: quelli con imperfezioni nell’etichettatura, i prodotti d’allevamento e quelli agricoli non raccolti in campo e più in generale quelli rispondenti alla normativa in materia (legge 166/2016).
«Il nostro – spiega Nicola Pirina, CEO di Kitzanos – è un progetto che abbraccia in maniera organica due ambiti, lotta alla povertà e abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, attraverso l’impiego di una piattaforma resa estremamente performante grazie ad algoritmo di AI estremamente sofisticato».
Un meccanismo win-win che da un lato consente di contrastare efficacemente la povertà alimentare e, dall’altro, di abbattere in maniera sostanziale l’emissione di CO2 nel territorio riducendo le spese di smaltimento dei rifiuti alimentari.
A tendere ampliabile: «Il sistema che abbiamo pensato prevede anche una gamification sui certificati bianchi così da rendere conveniente un’adesione diffusa. I risparmi sulle emissioni inquinanti, garantiti dall’abbattimento dei rifiuti, si possono tradurre in certificazioni da scambiare, per cui l’ingresso in Cibi@mo diventa interessante anche per soggetti come le industrie non direttamente coinvolte nel processo e che tuttavia non solo avrebbero possibilità di acquisire tali certificati ma potrebbero anche creare dei programmi ad hoc per i propri dipendenti e collaboratori sempre basati sui criteri di sostenibilità e di salubrità. Cibi@mo è per questi motivi un progetto di economia circolare nel senso più compiuto ed evoluto del termine».