Ambizione per il futuro
Investire con coraggio e lungimiranza nella scuola, nelle giovani coppie, nel welfare, accoglienza e in politiche sociali capaci di affrontare le sfide del nostro tempo. Così si esce dalle secche del declino. L'opinione di Nicola Pirina, CEO di Kitzanos.
Redazione
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13 Gennaio 2025
Tempo di lettura: 3 minuti

Il cambiamento non nasce mai dalla mediocrità. 

Per trasformare il futuro è necessario puntare in alto, fissare obiettivi ambiziosi, sfidare l’inerzia e le paure. 

Oggi, il nostro fine dovrebbe essere chiaro.

Evitare l’inverno demografico che ci minaccia, un declino lento ma inesorabile che porterà a una società senza giovani, senza innovazione, senza speranza. Per farlo, dobbiamo investire con coraggio e lungimiranza nella scuola, nelle giovani coppie, nel welfare e in politiche sociali capaci di affrontare le sfide del nostro tempo. E, soprattutto, dobbiamo accogliere chi arriva da lontano, fratelli e sorelle migranti che rappresentano una risorsa preziosa, non una minaccia.

La scuola è il primo e più importante investimento. 

Ogni aula è un laboratorio dove si forgia il futuro, dove si costruiscono le competenze, i valori e le visioni che guideranno la società di domani. 

Ma la scuola non è solo un luogo di apprendimento.

È una fucina di identità. 

Quel che impariamo in questo lasso di tempo non sono semplici nozioni, ma esperienze, relazioni, sfide, rimane tatuato in noi per tutta la vita. Investire nella scuola significa dare ai giovani gli strumenti per diventare cittadini consapevoli e competenti, capaci di affrontare un mondo complesso e in continua evoluzione. Significa anche ridare dignità agli insegnanti, fornire risorse adeguate e garantire a ogni studente un’istruzione di qualità, indipendentemente dal luogo in cui è nato o dalla sua condizione economica.

Ma la scuola da sola non basta. 

Dobbiamo sostenere le giovani coppie, dare loro la sicurezza necessaria per costruire famiglie, crescere figli e contribuire alla comunità. 

Questo richiede un welfare robusto, capace di garantire servizi essenziali come asili nido, congedi parentali adeguati, sostegni economici e politiche abitative accessibili. Non si tratta di carità, ma di investire in una società che abbia un futuro. Una società che non si prende cura delle sue giovani generazioni si condanna all’estinzione, non solo demografica ma anche culturale e morale.

E qui entra in gioco l’accoglienza. 

Il calo demografico è un problema strutturale che non può essere risolto solo con incentivi alle nascite. Abbiamo bisogno di nuovi cittadini, di energie fresche, di persone che scelgano di costruire qui il loro futuro. Accogliere i migranti non è solo atto di solidarietà, ma necessità economica e sociale. Sono loro che possono contribuire a mantenere vivi i territori spopolati, a sostenere i sistemi previdenziali, a portare nuove idee e prospettive. 

Ma l’accoglienza deve essere reale, non di facciata. 

Non possiamo limitarci a tollerare la presenza di migranti.

Dobbiamo integrarli, offrire loro opportunità, riconoscere il loro valore e il loro contributo. 

Essere per loro casa, vicini, amici, colleghi. 

Essere società insieme.

Se non diamo ai giovani italiani, o migranti che siano, l’opportunità di diventare adulti, non abbiamo costruito una società giusta. 

Una società giusta è quella che offre a tutti le stesse possibilità di realizzare il proprio potenziale, indipendentemente da dove vengono o da chi sono. Una società giusta è quella che investe nei suoi cittadini, che li sostiene nei momenti di difficoltà, che li accoglie e li valorizza.

L’inverno demografico non è inevitabile. 

Ma scongiurarlo richiede coraggio, visione e un impegno concreto. 

Richiede di andare oltre le divisioni politiche, oltre le paure e i pregiudizi, per costruire un progetto comune che metta al centro le persone. Non possiamo permetterci di rinviare. 

Il futuro è oggi e ogni giorno che perdiamo è un passo verso un declino che non possiamo permetterci. 

L’ambizione non è un lusso

È una necessità.

È il luogo del pensiero e dell’azione.

Adesso.

Con attenzione, Nicola

Immagine di freepik