Dall’incontro tra l’avvocato siciliano Aurelio Bentivegna e Kitzanos l’idea di una piattaforma per gestire in modo semplice ed efficiente i piani di ristrutturazione del debito di soggetti non fallibili. Una pandemia economica che nel nostro Paese colpisce 16 milioni di persone.
«Da tempo si parla giustamente di Covid ma esiste una pandemia altrettanto grave che passa sotto silenzio». Aurelio Bentivegna, avvocato con MBA al Politecnico di Milano, è uno dei massimi esperti nella battaglia contro un male subdolo e diffusissimo: il sovraindebitamento. «Ad oggi, secondo le statistiche di Banca d’Italia, sono circa 16 milioni gli italiani in questa situazione cioè 1 su 4. Se escludiamo anziani e bambini, la percentuale è di 1 su 2 in età lavorativa».
Il naufragio finanziario è un pericolo sia per le aziende sia per le persone, i professionisti e le piccolissime imprese che però non possono essere dichiarati fallibili. Per loro si prospetta spesso una vita da “dannati” in una spirale crescente di povertà ed esclusione. «Chi non riesce a far fronte ai propri obblighi finisce in una lista nera cui hanno accesso tutti gli istituti di credito per cui non si otterrà più un mutuo o un prestito. I debiti diventeranno sempre più grandi e ingestibili».
E così le conseguenze. Il senso di colpa, la vergogna, la scarsa conoscenza sfociano sovente in drammi: c’è chi finisce in pasto agli usurai e chi decide di farla finita.
Eppure una soluzione esiste: la legge 3 del 2012, nota come “salva suicidi”. In pochi la conoscono. Bentivegna, 53 anni, avvocato con studio a Palermo, da anni è impegnato con passione e tenacia nella difesa dei diritti di questi “dannati”. «Per molto tempo mi sono occupato di ristrutturazioni aziendali, nel 2010 con l’avanzare della crisi ho intuito che il problema si stava trasferendo sui cittadini».
Uno tsunami che ha segnato tantissime vite e ha toccato nel profondo Bentivegna: «Ricordo bene il mio primo cliente, una persona a me molto vicina, brillante, era diventato un fantasma. Ho pensato che quanto accaduto a lui potesse benissimo capitare a me».
Da qui la decisione di approfondire le opportunità concesse dalla norma del 2012 e l’inizio di un percorso professionale e umano intensissimo. «La legge è rivoluzionaria perché permette – a determinate condizioni – di ottenere un provvedimento del giudice col quale si ricalcola il debito e lo si ripaga salvaguardando gli interessi di tutte le parti coinvolte. Se si rientra nelle fattispecie previste si può ottenere una sforbiciata del 50 e anche 70 per cento delle somme dovute».
Un salvagente che, potenzialmente, può interessare milioni di persone: «Cadere nella spirale del sovra indebitamento, ovviamente senza dolo, non è difficile; spesso bastano la rata alta di mutuo, il prestito per comprare la vettura nuova e la contemporanea perdita del lavoro di uno tra i due coniugi. L’equilibrio che prima era precario si rompe e si finisce nei guai». Oltre a queste contingenze c’è poi un dato strutturale: «In Italia manca la cultura finanziaria».
Più fattori che combinati tra loro scatenano un’onda anomala di tracolli che, oggi, è arginata in modo insufficiente; due le ragioni: ci sono pochi professionisti e ci vuole molto tempo ad istruire la pratica. «La procedura si articola in quattro fasi: pre-analisi, elaborazione della bozza di un piano, esame da parte dell’OCC (Organismo per la Composizione di Crisi da Sovraindebitamento) della relazione predisposta dall’avvocato, assistenza in tribunale. Tutti questi passaggi sono gestiti in modo analogico e serve almeno un mese di lavoro pieno».
E nell’oceano del debito abnorme il tempo è vitale: meno se ne impiega e più vite si salvano. Serve quindi un sostegno tecnologico. L’incontro tra Bentivegna e Kitzanos è stato fondamentale. «Abbiamo pensato a una piattaforma che processi tutti i dati occorrenti velocemente». La scialuppa tecnologica si chiama SOS DEBT e a breve sarà disponibile: «I primi test sono molto promettenti, avremo uno strumento che non solo darà risposte celeri ma sarà luogo virtuale di formazione continua per tutti i professionisti del settore».